6° BTG CHASSEURS

I cacciatori a piedi furono un reparto dell’esercito francese sorto all’indomani delle guerre napoleoniche.
Questa tipologia di soldato fu creata per sopperire all’ esigenza di movibilità e rapidità di spostamento sul campo di battaglia, problema in parte risolto con l’istituzione di diversi reparti di fanteria leggera tra cui i volteggiatori, addestrati a combattere in formazioni sia aperte che chiuse.
In realtà già durante il primo impero (1804-1815) esistevano reparti denominati cacciatori a piedi, ma la loro preparazione e le loro tecniche di combattimento non si discostavano troppo da quelle della fanteria di linea.
La prima compagnia sperimentale di cacciatori venne creata nel 1837, sponsorizzata dal duca di Orléans, figlio di re Luigi Filippo.
Queste truppe beneficiavano di un allenamento fisico che spaziava dalla ginnastica alla corsa, al salto in lungo e in alto fino a prove di tiro intense per migliorare la mira.
L’equipaggiamento venne curato con molta attenzione: i cacciatori erano armati di una carabina a canna rigata che ne migliora notevolmente la precisione del tiro. Vennero vestiti di divise scure per essere più discreti e meno individuabili durante la campagna.

Il 28 Agosto 1839 un’ordinanza sancì ufficialmente la nascita dei battaglioni di cacciatori denominati “fucilieri di Vincennes”.
Il Duca d’Orléans non volle che questa nuova unità fosse organizzata in regimenti come avveniva nella fanteria, e ciò permise di facilitare il comando. Per perfezionare l’istruzione e testare i nuovi “fucillieri di Vincennes” (in seguito all’ordinanza del 26 agosto 1839) nel fuoco dell’azione, questi vennero inviati in Algeria per sostenere le truppe francesi che fanno fatica di fronte alle tattiche di guerriglia impiegate dalle truppe dell’Emir Abd-El-Kader. Arrivarono nel gennaio 1840 ad Algeri e in 9 mesi di campagne i cacciatori si distinsero in modo particolare e dimostrarono la loro superiorità tecnica nell’arte della lotta con il fucile.

Di fronte al successo di questi reparti sul campo di battaglia durante le operazioni del 1839, l’ordinanza del 28 Settembre 1840 promulgò i seguenti decreti:
-La creazione di 10 battaglioni di cacciatori
-il battaglione di “tiratori di Vincennes” creato in precedenza diviene il 1° battaglione di cacciatori a piedi.

Il 13 luglio 1842, Ferdinando Filippo Luigi, duca d’ Orléans e figlio del re, rimase vittima di un tragico incidente sulla strada per Neuilly: in segno di riconoscenza nei suoi confronti i nuovi soldati presero il nome di “Chasseurs d’ Orléans”.
Il ruolo dei cacciatori fu sempre più determinante per le battaglie degli anni a venire: la loro capacità di muoversi rapidamente sul campo, di creare schermaglie rapide ed improvvise, che creavano confusione nelle linee nemiche, fu sempre più apprezzata dai comandi che decisero di impiegarli sempre di più. Napoleone III, divenuto imperatore nel 1852, il 22 novembre 1853 ordinò la creazione di altri dieci battaglioni di Chasseurs a Pied, numerati da 11 a 20. Fu poi creato il corpo di Cacciatori della Guardia Imperiale. Tutti i reparti vennero equipaggiati con una carabina modello 1852, che fu utilizzata per la prima volta in Crimea, campagna che vide i cacciatori combattere nel celebre assedio di Sebastopoli. Nel 1859 fu la volta della campagna d’Italia, dove i cacciatori furono attivi protagonisti nelle battaglie di Magenta, Melegnano e Solferino, distinguendosi per coraggio e audacia in tutte le operazioni in cui erano chiamati ad intervenire, gettando nel panico le spesso sprovvedute formazioni avversarie. Sui campi di Solferino il 10° battaglione cacciatori riuscì persino a catturare la bandiera di guerra di un battaglione del 60mo reggimento granatieri austriaco. Nel 1870, durante la Guerra Franco-Prussiana, i cacciatori furono presenti nei principali combattimenti, tra cui le battaglie di Frœschwiller, Sedan ed Orleans.

Le gloriose imprese dei cacciatori proseguirono anche durante la Terza Repubblica, in maniera particolare durante la prima e la seconda guerra mondiale, nonostante il ruolo sul campo di battaglia fosse stato ridimensionato e le loro originali tattiche fossero state soppiantate dalle nuove e più sofisticate tecniche di combattimento. Ufficialmente, diversi mantennero la denominazione di chasseurs, fino alla fine del XX sec, quando furono sciolti, in corrispondenza con l’abolizione del servizio militare obbligatorio e il ridimensionamento delle forze armate.
Come già detto, per l’epoca, il ruolo dei cacciatori modificò enormemente le tecniche di combattimento nella prima e seconda metà del XIX sec. Come accadeva per gli Zuavi (nati anch’essi alla fine degli anni ’30), i regolamenti e la pratica in vigore in Francia lasciavano discreta libertà alle truppe che usavano la schermaglia non solo come azione di distrazione del nemico, ma si dividevano gruppi indipendenti di soldati, che, sfruttando il fattore sorpresa, piombavano sul nemico gettandolo in confusione con una scarica di fuoco improvvisa, o attaccandolo sul fianco. Gli uomini furono inizialmente arruolati su base volontaria, scegliendo quanti avessero un fisico agile e prestante, oltre che una certa abilità nella caccia. In seguito si preferì seguire il sistema della coscrizione obbligatoria. Gli uomini erano incentivati a tenersi in allenamento, eseguendo periodicamente esercizi ginnici, e quanti si distinguevano in queste attività ricevevano un aumento della paga (i cacciatori avevano un loro specifico aumento di 30 franchi). Il loro armamento principale era costituito da una carabina, la più nota la mod. 52, che, date le dimensioni ridotte, rendeva molto più pratico lo spostamento sul campo, anche tra luoghi impervi. Anziché l’ordinaria baionetta a sezione triangolare, la carabina possedeva un modello di baionetta denominato Jatagan, simile a quella degli zuavi, che poteva essere impiegata sia come arma innestata, che come sciabola da combattimento.
Vivere il Risorgimento ha scelto di rievocare il VI battaglione cacciatori a piedi, che fù particolarmente coinvolto nella battaglia di Solferino, durante gli scontri a Ca’Nova (al confine tra i comuni di Medole e Guidizzolo) dove perse la vita il capitano Admell Tonnellier.

Bibliografia e sitografia
R. Brooks, Solferino 1859, LEG, Gorizia, 2013;
C. Cipolla, Il crinale dei crinali, FrancoAngeli, Milano, 2009;
L. Géraud, Les etapes d’un chasseur a pied, Librairìe Henri Aniéré Paris 1872;
Autori vari, Journal militaire officiel,Chez Anselin editeur, Paris, 1845;
https://www.wikiwand.com/fr/Corps_des_chasseurs_%C3%A0_pied_en_France;
http://military-photos.com/chassap.htm;
https://sites.google.com/site/frenchcrimeanarmy/chasse.